Attualmente, l’aromaterapia è utilizzata come medicina complementare nel 45% delle nursing homes pubbliche di Washinghton (USA) e diffusamente impiegata nel Regno Unito.
Si tratta di una forma specializzata di fitoterapia (almeno il 30% dei farmaci oggi in farmacia sono di origine vegetale) che impiega gli olii essenziali (lavanda, melissa, bergamotto etc) per la cura di disturbi comportamentali da stress (ansia reattiva, turbe dell’umore etc) e non solo.
Da medicina millenaria, praticata in tutte le civiltà, l’aromaterapia è oggi inserita tra le pratiche terapeutiche complementari alla medicina ufficiale dalla Food and Drug Administration (FDA), agenzia regolatoria per l’immissione in mercato dei farmaci negli USA.
Nel corso dell’ultimo ventennio la ricerca di base ha generato molte informazioni sulla composizione e sull’attività biologica degli olii essenziali. In particolare, è ormai documentato come essi siano dotati non solo dei ben noti effetti psicologici evocati dall’esperienza olfattiva ma anche di effetti neurofarmacologici; è stato dimostrato che specifici costituenti dell’essenza interagiscono con meccanismi alla base della comunicazione tra neuroni e della stessa loro sopravvivenza nel cervello. Inoltre, da qualche decennio anche la ricerca clinica ha prodotto importanti risultati mediante studi condotti secondo i più rigorosi metodi di ricerca in ambiti clinici in cui notevole è il bisogno di terapie più efficaci e più sicure di quelle attualmente disponibili.
Di questi argomenti discuteranno docenti dell’Università di Trieste (Prof. Tullio Giraldi), dell’Università Magna Graecia di Catanzaro (Prof. Alfredo Focà), del Centro di Neurogenetica Regionale (Prof.ssa Amalia Bruni) e dell’Università della Calabria (Prof.ssa Rossella Russo).
Il workshop non prevede una quota di registrazione ed è aperto a studenti, dottorandi e ricercatori di area biologica e biomedica, ad operatori sanitari come medici di medicina generale, geriatri, neurologi, psichiatri, farmacisti, psicologi.